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Accedi con facebookLe radici della Giostra della Quintana sono considerate antichissime, alcuni le identificano con il
periodo storico del IX secolo, quando i Saraceni invasero il territorio dei
Piceni. Questo giustificherebbe la presenza del busto da colpire, posto sul
campo di gioco che rappresenta il moro, il nemico della Fede.
Da un
punto di vista etimologico, invece, si considera valida anche l'ipotesi che
parola "quintana" troverebbe la sua derivazione dal francese
“quintaine” o dalla parola latina “quintus”.
Riferire
l'origine alle storia romana trova giustificazione nell'abitudine dei legionari
di allenarsi, con la spada o con il giavellotto, a colpire un palus alto circa
6 piedi, ancorato al terreno della strada dell'accampamento destinata al
mercato ed alle esercitazioni militari. Questa strada era la "via
quintana" che divideva il quinto ed il sesto manipolo e da cui deriverebbe
il nome della competizione.
La
traduzione in volgare, del 1496, degli Statuti Ascolani redatti in latino nel
1377, assicura che già allora fosse consolidata abitudine che questo torneo
concludesse la giornata del 5 agosto in cui si tenevano i festeggiamenti in
onore di Sant'Emidio. Si svolgeva in piazza Arringo e vi partecipavano i
cavalieri della oligarchia magnatizia cittadina ed anche altri, pervenuti da
diverse località, su invito degli ascolani.
Oltre la
Quintana, nel primo pomeriggio, vi era anche la "giostra
dell'anello", che apriva la competizione sportiva. Si disputava tra
cavalieri a cavallo che, dopo una lizza al galoppo, avrebbero dovuto infilare,
con una lancia, un anello appeso ad una catenina, fissata ad un palo posto in
mezzo alla piazza.
L'anello
in argento, dal peso di quattro once e dal diametro di 10 cm circa, costituiva
anche il premio per il vincitore.